TELEFONIMMOBILI

...quelli sempre liberi quando si tratta di non farsi trovare.

venerdì, dicembre 29, 2006

1- Tornai a casa...

...e mi gettai sull'unica poltrona del mio inospitale salotto. Provavo una specie di odio. Per me, per gli altri, per quella squallida prostituta che aveva ferito i miei sentimenti e saccheggiato i miei ultimi fogli di carta ai quali gli uomini danno tanta importanza. Si, avete capito bene. I soldi.
E' sempre una questione di soldi, tutto gira intorno ad una cosa che materialmente vale meno di zero. Pezzetti di carta scarabocchiata.
La mia poltrona mi abbraccia, mi culla, mentre mi gratto la barba e mi massaggio distrattamente fra le gambe.
Questione di soldi. Finiti.
Tutto finito.
E senza soldi non posso rimpiazzare niente. Voglia di bere tanta. Presenza di alcolici in questa topaia nessuna.
Sospiro e guardo il soffitto, dal quale pende immobile una lampadina da cartone animato. Le pareti sono infestate da alcuni quadretti di poco valore, intervallati da altri invisibili; solo macchie lasciate lì da chissà quale stampa di cattivo gusto. Sembra la scenografia di un sogno strano ed inquietante, ma non ha nemmeno la dignità di essere qualcosa che muova un solo sentimento, onirico o reale.
La dignità; ecco cosa mi manca.
E i soldi.
Una bussata fin troppo energica alla mia porta ammuffita mi irrita, destandomi dai pensieri vuoti che mi stavano per accompagnare in qualche luogo notturno dell'incoscienza, certamente migliore di questo.
Una fitta al petto mi strizza i polmoni facendomi rantolare.
Continuano a bussare.


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